(di Paolo Margari)

tesi di laurea universitarie al macero
tesi di laurea universitarie al macero? Non mi meraviglio: onestamente che senso ha conservare più copie di un lavoro ‘modesto’ che non leggerà mai più nessuno occupando inutilmente spazio (che ha un valore e costi di gestione) e facendo negli anni polvere e vermi?
Di una tesi viene richiesta ai laureandi la consegna di più di una copia (es. quella del correlatore), inoltre si consideri che le tesi sono spesso di scarso o nullo valore accademico e non contengono alcunché di nuovo, a maggior ragione quelle dei corsi di laurea triennali (non a caso dette in gergo ‘tesine’, spesso un caotico scopiazzamento da wikipedia).
E quanti sono i casi, in tutta Italia, di agenzie che scrivono le tesi per gli studenti? Mi pare di aver visto annunci di simili servizi a pagamento anche in questo gruppo Facebook.
Inoltre, i formati digitali (ad esempio il popolare pdf) consentono indicizzazioni e ricerche, oltre alla possibilità di utilizzare software antiplagio (non sono al corrente se tali soluzioni siano al momento adottate in tutte le università italiane).
L’articolo parla di Milano, ma questo fenomeno accade ovunque, anche a Lecce. Altrimenti si faccia una ricognizione di tutte le tesi presentate negli anni per vedere quante siano effettivamente reperibili e in che stato si trovano.
Nella migliore delle ipotesi, il retro non scritto delle pagine delle tesi abbandonate viene riutilizzato per scarabocchi accademici prima di andare al macero (si spera, perché potrebbe non essere neppure riciclato adeguatamente – almeno a Milano pare che le riciclino per bene).
Pensiamo dunque a quante sono le tesi con interlinea doppia, font di dimensione almeno 13, margini di 2cm abbondanti, poi inutili pagine drammaticamente vuote per mere ragioni stilistiche e una copertina alquanto pesante in finta pelle (qualcuno ha anche osato a proporre la vera pelle, magari umana?). Quanto spreco di risorse per un lavoro di poche parole il più delle volte combinate in un modo estremamente mediocre!
Se ancora non è in atto, forse sarebbe il caso di optare, quanto meno a margine dei corsi di laurea triennali, esclusivamente per formati digitali delle tesi(ne), evitando così uno spreco di carta, inchiostri, collanti, finte pelli e conseguenti danari per costi di stampa e rilegatura accademica.
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