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Come smontare il video autocelebrativo del governo Renzi

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(di Paolo Margari)

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Indubbiamente un bel video, quello pubblicato il 21 gennaio 2015 sul canale Youtube del Ministero dello Sviluppo Economico.

Partendo da luoghi comuni generalmente attribuiti nel mondo agli italiani, si elogia l’economia del Paese (e implicitamente il ruolo del suo governo) in termini esclusivamente numerici.

A prima vista, lo avrei condiviso con un pizzico di orgoglio nazionale sui social, ma a leggere bene il suo contenuto trovo che suoni come un moderno cinegiornale autocelebrativo di stampo renziano realizzato da un moderno MinCulPop. Del resto, la realtà italiana, oggi, non corrisponde appieno a quella rappresentata dagli attori che vi recitano.. Poi per verità di cronaca, se si vogliono rappresentare le eccellenze italiane, si dimentica di citare alcune in cui il Paese resta un leader indiscusso, almeno fra i paesi occidentali. Mi riferisco a corruzione, criminalità organizzata, carenza di diritti civili e libertà di stampa..

Nello specifico, le varie affermazioni contenute nel video, si possono smontare senza troppe difficoltà:

  1. a world leader in the creation of major infrastructure” è un’affermazione generica che non dice nulla circa la relazione con altri paesi;
  2. world’s 5th largest trade surplus in manufactured goods“: in realtà è il sesto (dati 2013, quelli del 2014 non sono finalizzati al momento della produzione del video), inoltre il ranking non dice nulla circa la quantità (si consideri che due posizioni al di sopra dell’Italia c’è l’Irlanda, paese notoriamente più piccolo), infine un surplus positivo, sia pure di poco (circa un decimo della Germania), è segno che non si importano beni dall’estero visto il calo di consumi interni;
  3. largest increase in pharmaceutical and biomedical exports” altrettanto, si tratta di un incremento che non offre alcun idea circa la dimensione del mercato – oltretutto, un incremento di produzioni farmaceutiche e di protesi può essere segno di un incremento di patologie (legate a inquinamento, crisi economica, stress) e, non ultimo, il settore farmaceutico annovera frequenti casi di speculazione sulle necessità con ricarichi esagerati sui prezzi, corruzione e raggiri sulla salute dei cittadini (si pensi a taluni vaccini);
  4. “Europe’s second largest exporter of machinery and capital goods“, oltre ad essere generico parla solo del piccolo, vecchio continente e poi si parla di esportazioni: l’industria pesante prodotta in Italia finisce all’estero dove è presente la manodopera industriale, ormai decimata in Italia;
  5. the third country in the world to send a satellite into orbit“, non è vero (è stato il quinto, lanciato negli USA) e questo la dice lunga sull’affidabilità degli altri dati presentati nel video – peraltro si parla di un fatto accaduto mezzo secolo fa;
  6. Italy exports 50 billion euros’ worth of goods in the food & drink industry” non dice nulla circa la relazione con le esportazioni di altri paesi né tantomeno sulla qualità dei beni esportati.. peraltro non specifica se si tratti di produzioni esclusivamente italiane o anche di marchi multinazionali tipo Coca Cola;
  7. undisputed leader in the production of super yatch” qualcosa che gli italiani non hanno mai visto (ma molti componenti del governo probabilmente conoscono bene);
  8. greatest number of unesco heritage sites“, peccato che stiano cadendo a pezzi (tipo Pompei) e a nessuno importi, almeno al governo.
Si potevano anche aggiungere altri dati per controbilanciare la recita con la realtà: l’Italia è 65esima per facilità di avviare un’impresa (2014), 62esima in termini di innovazione, 79esima per sperequazione reddituale (indice di Gini), non compare fra i primi 30 paesi mondiali in termini di competitività, 30esima (su 35 paesi OECD analizzati) per disoccupazione di lungo termine, 86esima per libertà economica, 49esima per libertà di stampa (fonti varie raccolte su Wikipedia).
Il clippino ministeriale – che sarà costato una cifra non indifferente per la realizzazione – termina descrivendo l’Italia come un “extraordinary commonplace” (luogo comune straordinario) e dimenticando uno “shish” come marchio di fabbrica (in effetti gli autori hanno dimenticato di dire che le sorti politiche di questo luogo sono ancora decise da un pregiudicato e dal suo puppet). Forse anche per queste ragioni voti e commenti al video sono stati disabilitati. Però la prima impressione dell’opera è buona quindi, tralasciando i committenti, almeno sarebbe il caso di brindare agli autori.

By: CiuPix

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