(di Paolo Margari)

Trovo masochista che la Regione Puglia al pari di altre regioni italiane, guarda caso del Sud, si debba sentire costretta a spendere fior di quattrini per sottostare ai ricatti di una compagnia aerea privata (peraltro non italiana) che fa viaggiare i suoi clienti peggio che su un carro di buoi – praticamente potremmo definire i suoi vettori carrette del cielo – praticando prezzi non sempre così convenienti, com una speculazione premeditata nell’alta stagione, e che, non ultimo, tratta i suoi lavoratori molto male.
(Per una volta) un plauso al governatore pugliese Emiliano! Se il Salento come subregione riesce ad essere autonomamente sostenibile al pari di altri territori va bene, altrimenti vuol dire che non è economicamente conveniente investire nel settore trasporti.
In sostanza, la regione Puglia dovrebbe pagare a Ryanair sotto forma di banner pubblicitari sul suo sito (si parla di oltre 12 milioni di fondi Fesr) e sgravi sui costi aeroportuali (si parla di un 50%). Visto che i benefici di questa lauta gabella vanno principalmente all’industria turistica, che sia un consorzio di operatori turistici a pagare la tangente a Ryanair, piuttosto che un ente pubblico che non dovrebbe distrarre risorse pubbliche, sempre più preziose in quanto sempre più limitate, da settori ben più importanti del turismo, quali ad esempio la sanità.
Peraltro sui voli Ryanair gran parte dei clienti sono salentini emigranti e la restante parte turisti che in gran parte da Brindisi si dirigono a Corfù e altre mete oltre-adriatico, visto che proseguire nel Salento risulta arduo a causa di trasporti locali assolutamente penosi. Forse per uno sviluppo locale sostenibile e lungimirante – che contempli anche il turismo – sarebbe il caso di investire in infrastrutture di trasporto anziché comprare un banner animato su ryanair.com
Parlando di sviluppo una politica di investimenti lungimiranti vale molto di più di una fatta di sussidi e benevolenze. Elettoralmente tuttavia la seconda fa più gola ai politici e alla massa, ma chi davvero vuole bene a un territorio dovrebbe “tifare” per la prima. Del resto “la gente” vuole panem, circenses et contributi a fondo perduto. E poi, in fatto di turismo, perché pensare sempre agli altri? I pugliesi primeggiano in turismo occupazionale, turismo sanitario e turismo religioso (di matrice superstiziosa) correlato ai primi due.
Battute a parte, guardando nello specifico, Ryanair a Brindisi offre numerosi voli con Milano (anzi Bergamo) già servita bene (anzi meglio) da EasyJet e Alitalia. Poi resta ben poco come si vede qui bit.ly/voli-aeroporto-brindisi – si considerino in particolare la frequenza e gli orari dei voli nonché l’aeroporto di partenza, quasi sempre quello secondario, fuori dalla portata di un turista, soprattutto se deve fare scalo.
Circa il “moltiplicatore” dei sussidi (si dice 25 euro di ritorno per ogni euro speso) probabilmente è stato fatto un calcolo di questo tipo: (sussidi/spesa turistica) senza peraltro considerare che la spesa aumenta in virtù della domanda, che in Puglia è poco destagionalizzata. Insomma, la matematica non è un’opinione, ma la correlazione sì.
Battute a parte, guardando nello specifico, Ryanair a Brindisi offre numerosi voli con Milano (anzi Bergamo) già servita bene (anzi meglio) da EasyJet e Alitalia. Poi resta ben poco come si vede qui bit.ly/voli-aeroporto-brindisi – si considerino in particolare la frequenza e gli orari dei voli nonché l’aeroporto di partenza, quasi sempre quello secondario, fuori dalla portata di un turista, soprattutto se deve fare scalo.
Circa il “moltiplicatore” dei sussidi (si dice 25 euro di ritorno per ogni euro speso) probabilmente è stato fatto un calcolo di questo tipo: (sussidi/spesa turistica) senza peraltro considerare che la spesa aumenta in virtù della domanda, che in Puglia è poco destagionalizzata. Insomma, la matematica non è un’opinione, ma la correlazione sì.

Se il Salento – inteso come i suoi residenti – dimostra di avere capacità adeguate, potrebbe mettere su una propria compagnia aerea che colleghi il territorio con i principali hub europei, piuttosto che con aeroporti di periferia a orari improponibili. Gli operatori turistici dovrebbero dimostrare forza di volontà e investimento in tal senso. Ovviamente, per operatori non si intendono dilettanti che cercano di arraffare quanto più possibile in 2-3 mesi all’anno rastrellando quattrini a malcapitati turisti tipo frise a 8 euro e ombrelloni a 20 euro, peraltro su suolo demaniale, pagando retribuzioni da fame, spesso in nero, senza garantire alcun diritto ai lavoratori stagionali che nel resto dell’anno si nutrono di sole e aria in ossequio all’energia pulita.
Ho sempre provato, e continuo a provare, profondo sdegno verso tutti coloro (soprattutto politicanti locali dal marcato accento salenthino) che pronunciano le parole magiche “volano di sviluppo” associata a turismo e altre keywords a random (=cazzo di cane) tipo gastronomia, storia, cultura, tradizioni, pizzica, probabilmente ignari del significato del termine “volàno”.
Un territorio non può avere una sola vocazione (turismo nel caso del Salento) ma deve guardare anche ad altri settori, innanzitutto quelli produttivi, primario e secondario, che sono sempre più abbandonati in virtù di servizi di basso rango.

Nel Salento si dovrebbe investire di più nell’agricoltura, possibilmente di qualità, intensiva e biologica, dato che ne rappresenta la vera vocazione storico-culturale: il turismo sarà una logica conseguenza. Invece i politici locali si preoccupano tanto di trasporti e lo fanno solo parlando di riapertura-dell-aeroporto-di-galatina-ai-voli-civili, filobus, di Ryanair o del FrecciaRossa che arriva rallentato a Lecce a prezzi da Alta Velocità dimenticandosi della meravigliosa metropolitana di superficie rappresentata dalle Ferrovie Sud-Est, del fatto che l’aeroporto di Brindisi manca di un collegamento ferroviario leggero con Lecce, del fatto che gli ulivi sono estirpati senza logica per una presunta malattia che potrebbe essere superata in modi meno devastanti o del fatto che i campi abbandonati, dopo aver subito l’inquinamento delle falde acquifere a causa di inquinamento e perforazioni abusive, ora diventano distese di cubi di cemento invendibili, lastricati di asfalto inutili, rotonde irrazionali, specchi e foreste di torri eoliche i cui profitti finiranno in conti correnti al di fuori del territorio (tangenti incluse).
Il turismo di massa oltretutto non fa bene a un territorio come quello Salentino che meriterebbe di più un turismo limitato nei numeri ma superiore nella qualità, e che possibilmente abbia stagioni più lunghe. Puntando all’invasione di ominidi automuniti di razza tamarra, pronti a intasare le coste gallipoline, il collasso tanto auspicato dalle grandi menti del nostro territorio dura appena due settimane in agosto, culminando solitamente col concertone trash-folk-pop, e poi restano solo rifiuti a cielo aperto (in questo caso inanimati).
Timetable dei voli Itavia (la compagnia che fallì dopo la strage di Ustica) con collegamenti civili da/per Lecce-Galatina nel 1972.
Se un territorio vale da se’ non deve pagare vere e proprie “tangenti” alle compagnie di trasporto private ma saranno queste a pagare per essere presenti. Ryanair specula sulla disperazione, invece serve più orgoglio, vada a ricattare altri territori. Situazioni simili si sono già verificate in Sicilia e Sardegna nei mesi scorsi.
Insomma, Ryanair non fa più ridere neppure con le aggressive campagne virali che hanno fatto presa sulle disgrazie italiote degli ultimi anni.
I salentini sino ad oggi hanno pagato il volo Ryanair almeno 3 volte: il costo intero (spesso maggiorato della speculazione stagionale) maggiorato del costo pubblicitario e del lauto sgravio che si traduce in meno servizi per tutti. E poi magari sui voli sono saliti solo salentini che producono e consumano altrove o turisti che da Brindisi prendono la via della Grecia.

Lo sviluppo territoriale non si fa sottostando a ricatti di grandi aziende straniere o con l’assistenzialismo ma con capacità, innovazione, partecipazione, coesione, risorse, sostenibilità, lungimiranza, identità e non ultimo orgoglio, aspetto che non trovo fra i commenti di quegli “emigranti” preoccupati che venga a mancare il volo Ryanair a Brindisi. Se sono lontani spero che sia una scelta, come lo è stata per me, perché se è una costrizione allora siamo davanti a una vita ricca di frustrazioni e chi è frustrato generalmente non ha l’umore giusto per decidere cosa sia meglio per il futuro di un territorio – nel quale peraltro non vive più da anni.
La decisione del presidente della Regione Puglia di sospendere la convenzione con Ryanair per gli scali di Bari e Brindisi agita i sonni degli addetti ai lavori del settore turistico e provoca anche la reazione del mondo politico.Michele Emiliano ha congelato la delibera che prevede il versamento di oltre 13 milioni di euro sulla base di un accordo rinnovato nel 2014 con la compagnia low-cost i cui passeggeri hanno contribuito sensibilmente a migliorare i dati dei flussi turistici.
Leggi anche: 23 Reasons Why Ryanair Sucks
Foto: bit.ly/1RmoxfB
Reset Italia - Blog partecipativo di resistenza civile. Politica, economia, cultura. - Reset Italia